Lo studio aveva l’obiettivo di far emergere lo stress percepito e il tono dell’umore, delle persone intervistate, quando erano sottoposte a diversi stimoli lavorativi.
Quali sono le variabili più significative?
– la percezione di non essere in grado di dare feedback in tempo ad una richiesta è la principale. Questa è influenzata dal fatto di pensare di avere poche risorse a disposizione (economiche, strumentali,…) e dalla possibile poca collaborazione dei colleghi per il raggiungimento dell’obiettivo. E’ il classico stress da scadenza dei Prjoect Manager, ad esempio. Questo pensiero porta a malumori. Se invece si affrontano i progetti con il sorriso entra in circolo un’energia positiva che rasserena l’ambiente.
– l’atteggiamento verso i collaboratori e il team: lavorare con uno spirito positivo e grande coinvolgimento genera sensazione di supporto e conforto, competitività e poca partecipazione da parte dei colleghi porta invece ansia e poca motivazione.
– i sovraccarichi: quando si è eccessivamente carichi di attività si rischia stanchezza fisica e mentale oltre che il danneggiamento dei rapporti extra-professionali. Questi sono elementi che non aiutano ad essere lucidi in fase di pianificazione lavorativa. Meglio non passare pranzi e cene alla scrivania ma svagarsi e uscire con i colleghi, amici o dedicarsi alla famiglia, questo migliora l’umore e tiene lontano dalla sindrome da burnout.
La regola più importante è rendersi conto di dover ricaricare le energie perdute e riprendere fiato.