Informatizzare le procedure, ripensare i reparti aziendali, traghettare la rete commerciale verso il digitale, innovare i propri prodotti e servizi in un’ottica web. Sono tante le sfide che le imprese di oggi devono affrontare per adeguare i processi interni, la propria struttura e il proprio modello di business in relazione allo sviluppo delle nuove tecnologie.
Ristrutturazioni importanti e profonde che troppo spesso vengono discusse, decise e organizzate dai vertici aziendali senza il necessario coinvolgimento del middle management, della forza vendita e in generale di tutta la struttura.
Proprio per questo, nel mondo anglosassone, il change manager officer rappresenta già da tempo una risorsa indispensabile e strategica per gestire e condividere il cambiamento su tutti i livelli, garantendo comunicazione e coerenza, e aiutando l’intera azienda a comprendere quale direzione seguire, come superare gli ostacoli e in che modo cogliere le opportunità.
Dove lavora il change manager?
Realtà di grandi dimensioni possono aver bisogno di un change manager a tempo pieno interno all’azienda, ma nella maggioranza dei casi questa figura lavora presso una società di consulenza gestendo ogni anno numerosi progetti per differenti clienti.
Che competenze deve possedere e qual è il percorso formativo ideale?
Il change manager oltre a conoscere alla perfezione i processi e i meccanismi delle imprese tradizionali, deve avere esperto nelle dinamiche della new economy ed essere dotato di un’ottima capacità comunicativa per interfacciarsi e mediare tra tanti soggetti diversi.
Per competenze così trasversali, anche il percorso di studi di un change manager può essere molto vario, ma in generale la laurea in economia è ritenuta un must, magari accompagnata da una specializzazione in gestione delle risorse o in organizzazione aziendale.
In Italia sono ancora poche le aziende ad essere consapevoli dell’esistenza di questa figura, ma i pochi specialisti presenti nel nostro paese riescono ad avere ottime opportunità di carriera e di stipendio.
Una ristrutturazione aziendale può costare infatti milioni di euro ed è facile pensare che il change manager possa guadagnare cifre importanti. Parte del successo dell’operazione dipende proprio dalle sue capacità.