Sia per chi è alle prime armi nella ricerca di un lavoro, sia per chi ha un’esperienza di lungo decorso, il colloquio può suscitare un pizzico di ansia e nervosismo, ma è fondamentale partire con il piede giusto, affinché aspettative ed emozioni non prendano il sopravvento.
Non dobbiamo vivere questa esperienza con eccessiva apprensione o come qualcosa di “spiacevole”, che deve essere necessariamente affrontata per essere assunti. Infatti, il colloquio individuale è un’occasione per il selezionatore per sondare le nostre competenze e la nostra motivazione professionale e personale. Per i candidati, rappresenta, invece, un’opportunità per presentarsi nel miglior modo possibile e mostrarsi allineati alle esigenze e ai requisiti richiesti dall’azienda.
Adottando qualche accorgimento e conoscendo gli aspetti più comuni e salienti di questa fase del processo di selezione, potremmo arrivare preparati al confronto con il selezionatore.
L’intervista telefonica: sfrutta al meglio il primo contatto
Il colloquio di lavoro viene molto spesso preceduto da un primo contatto telefonico o via email. In quest’ultimo caso, presta particolare attenzione alla forma scritta. Sii il più puntuale possibile nella risposta e non inviare un messaggio frettoloso, ma dimostrati cordiale.
L’intervista telefonica, invece, rappresenta uno step conoscitivo iniziale e permette al recruiter di fare una prima verifica della nostra persona ed, eventualmente, fissare l’appuntamento per l’incontro in azienda o agenzia. Per questo è necessario non sottovalutare la sua importanza.
Se ci troviamo impossibilitati a rispondere o siamo in un luogo poco opportuno per parlare con calma e trovare la giusta concentrazione, è buona norma chiedere di poter esser richiamati in un altro momento. Parliamo in modo chiaro, con sicurezza. Dimostriamoci proattivi, ponendo al nostro interlocutore alcune domande e soprattutto prendiamo nota di ciò che il recruiter ci ha chiesto durante la telefonata. Potrebbe, infatti, tornarci utile in fase di colloquio.
Raccogli informazioni sull’azienda
Per non farci cogliere impreparati ed evitare di porre domande ovvie o non pertinenti, è essenziale documentarsi sull’azienda, esaminandone il sito web e i canali social. Il web è un’inesauribile fonte di informazioni, sfruttiamolo quindi per ricercare notizie relative ad importanti cambiamenti avvenuti in azienda o per informarci sulle principali novità del settore. Questa ricerca preliminare trasmetterà al nostro interlocutore un’immagine di serietà e professionalità, confermando il nostro interesse a collaborare con l’azienda.
Esamina la tua candidatura, esercitati e preparati al meglio
Una delle domande più frequenti durante un colloquio è sicuramente la fatidica “Mi parli di lei”. L’agitazione potrebbe giocare brutti scherzi e portarci ad essere o troppo prolissi e spavaldi, oppure imprecisi, confusi riguardo le nostre esperienze formative e lavorative.
Per questo è sicuramente utile prepararsi, studiando una presentazione di qualche minuto, che argomenti in maniera logica e coerente il nostro percorso professionale. Riesaminiamo con attenzione l’annuncio al quale ci siamo candidati. Dai requisiti e dalle mansioni descritte potremmo intuire quali saranno i quesiti che ci verranno posti in sede di colloquio. Ripensiamo ed annotiamo esempi concreti, risultati raggiunti durante la nostra carriera, che riteniamo rilevanti e che potranno aiutare il recruiter a farsi un’idea più precisa della nostra professionalità.
“Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza?”, “Perché le interessa particolarmente questa posizione?”, “Cosa la rende il candidato ideale per l’azienda?”; queste ed altre domande poste sul momento, possono metterci in imbarazzo e coglierci di sorpresa. Spesso, vengono, formulate per valutare la nostra capacità di reagire alle difficoltà e testare la nostra capacità di argomentazione e ragionamento. Se ci sentiamo particolarmente insicuri, proviamo ad esercitarci davanti ad uno specchio, registriamoci in webcam o chiediamo ad una persona fidata di simulare la conversazione che potremmo avere con il selezionatore in fase di colloquio
Come affrontare il momento del colloquio
L’incontro con il recruiter o il referente aziendale può, comprensibilmente, suscitare in noi curiosità, nervosismo e aspettative, giocandoci brutti scherzi. Diventa allora essenziale prestare attenzione al tono di voce, all’atteggiamento, al linguaggio del corpo e al contatto visivo.
Presentarsi sicuri di sé, senza eccedere nell’arroganza, ma mostrando una giusta attitudine proattiva, calma, affidabile e cordiale rappresenta la strategia vincente. La puntualità e la sobrietà sono regole imprescindibili. È buona norma essere in leggero anticipo ed indossare un abbigliamento consono all’appuntamento. La scelta di cosa indossare è dettata, ovviamente, dalla nostra sensibilità personale; ma proviamo a “vestire i panni” del nostro interlocutore, cercando di capire quale tipo di abbigliamento meglio si addice alla realtà aziendale e ci possa far apparire professionali agli occhi del recruiter.
Un atteggiamento sorridente e una stretta di mano sicura ci garantiranno una buona prima impressione. Durante la conversazione, non palesiamo un nostro naturale nervosismo, gesticolando o muovendoci eccessivamente sulla sedia, ma rimaniamo composti, mantenendo una postura corretta e naturale. Anche quando ci sentiamo in difficoltà o siamo indecisi su come rispondere ad una domanda, non dimentichiamo di mantenere un contatto visivo diretto ed evitiamo espressioni corrucciate o accigliate.
Se interiorizziamo bene il nostro CV, potremo descrivere le nostre esperienze lavorative precedenti e la nostra formazione in maniera coerente e chiara. Evitiamo di contraddirci, formulando risposte non sincere. Se abbiamo delle aree di miglioramento o abbiamo individuato delle competenze, richieste per ricoprire il ruolo per il quale concorriamo, che ancora non padroneggiamo completamente, dimostriamoci disponibili ad apprendere e a metterci in gioco.
Se partecipiamo ad una selezione per società o aziende che lavorano con paesi esteri, molto probabilmente, dovremo sostenere parte del colloquio in inglese. Formuliamo una presentazione in lingua di noi stessi ed esercitiamoci per migliorare la pronuncia e il lessico. Se, invece, non possediamo una padronanza completa della lingua, utilizziamo un linguaggio più semplice e non sforziamoci di costruire conversazioni troppo complesse, che potrebbero metterci in difficoltà.
Dal colloquio di gruppo a quello via Skype
Il processo di selezione di alcune aziende, talvolta, prevede anche colloqui di gruppo. Questo metodo di selezione è finalizzato a valutare le capacità di relazione, comunicazione, negoziazione, problem solving e l’attitudine al lavoro in team.
Spesso i selezionatori sottopongono ai partecipanti un progetto, un gioco di ruolo o una prova da svolgere, generalmente inerenti alla vita lavorativa in azienda. Emergere in questa tipologia di colloqui non è affatto semplice. È fondamentale essere propositivi e aperti al confronto con gli altri candidati, dimostrando capacità di ascolto e di mediazione.
Infine, il web ha permesso ai recruiter di trovare nuovi strumenti tecnologici per conoscere e valutare i candidati. Nello specifico, sono sempre di più le aziende che si affidano alle interviste telematiche, sfruttando piattaforme di messaggistica e video chiamata come Skype (posso citare il nome?). Questa tipologia di colloquio permette di abbattere le distanze geografiche ed è sempre più diffuso. Tuttavia, anche se ci troviamo solo virtualmente a tu per tu con il selezionatore, non dobbiamo sottovalutare questo tipo di colloquio rispetto a uno tradizionale.
È sempre consigliabile avere nome utente e foto profilo professionali. Prima dell’intervista, assicuriamoci che tutto funzioni correttamente, eseguendo dei test audio/video, e posizioniamo il nostro pc in una stanza tranquilla, dove non verremo disturbati durante la conversazione. Curiamo il nostro abbigliamento e, soprattutto, assicuriamoci di essere puntuali, collegandoci in anticipo rispetto all’orario stabilito.
Poniamo le giuste domande
Durante i momenti conclusivi del colloquio è fondamentale porre qualche domanda al recruiter. Dimostriamoci curiosi, chiedendo maggiori dettagli sull’azienda e sulla posizione offerta. Informiamoci sul team nel quale potremmo essere eventualmente inseriti e sul clima aziendale, evitando accuratamente di porre domande troppo “personali” al recruiter. Infatti, alcuni quesiti potrebbero non essere interpretati positivamente dal nostro interlocutore. Escludiamo, per esempio, argomenti come remunerazione e ferie, quanto meno durante il primo colloquio. Si tratta, infatti, di aspetti che verranno approfonditi successivamente nel percorso di selezione.
E se fosse il recruiter a porci qualche domanda spinosa sulla nostra precedente esperienza lavorativa, chiedendoci, per esempio, cosa ci spinge a lasciare la nostra attuale occupazione? Rimaniamo sempre professionali e adottiamo un atteggiamento diplomatico. Non critichiamo l’azienda per la quale lavoriamo o con la quale abbiamo collaborato in passato, ma motiviamo positivamente la nostra voglia di cambiamento e la nostra ambizione di crescita professionale.
Seguendo questi consigli e preparandoti al meglio potrai affrontare il colloquio di lavoro con successo. Ora non ci resta che augurarti in bocca al lupo!
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