Intervista ad Erica Ferrari, Operations Manager Triveneto di inJob.
Erica, lavori in inJob ormai da 16 anni. Ci racconti il tuo percorso?
È un cammino ancora in corso, che è stato ed è attualmente pieno di sfide. Penso sia proprio questa la chiave della mia lunga permanenza in inJob: in tutti questi anni mi è costantemente stata data la possibilità di mettermi in gioco, e di farlo da protagonista. Sono stata coinvolta in progetti sfidanti, sempre nuovi e motivanti.
In questo settore non mancano le offerte di lavoro da parte dei competitors, ma io ho scelto di rimanere in inJob perché qui ho trovato qualcosa di unico: la motivazione giusta per non fermarmi mai, per dare ogni giorno di più. Il nostro presidente Carlo De Paoli non è mai fermo… e noi corriamo con lui!
L’avventura è iniziata nel più classico dei modi, con uno stage dopo la laurea in Psicologia del Lavoro. Avevo già maturato alcune esperienze in ambito di ricerca e selezione, ma in inJob ho subito trovato l’ambiente stimolante che cercavo. Dopo un paio d’anni sono diventata responsabile commerciale della filiale di Verona, ho seguito il lancio della start up di una nuova business unit nel servizio permanent (prima su Verona e poi su Vicenza); successivamente sono stata nominata Branch Manager delle province di Vicenza e Treviso. Di recente, poi, mi sono lanciata in una nuova sfida.
Di cosa si tratta?
Da marzo sono Operation Manager del Triveneto. Questo significa, nello specifico, che gestisco e coordino tutte le attività di somministrazione, ricerca e selezione per la zona di mia competenza. Il mio compito è di assicurarmi che tutti i processi procedano senza intoppi, al massimo dell’efficienza – con grande attenzione sia alle persone che agli strumenti.
Abbiamo iniziato ad ipotizzare questo nuovo ruolo, che è di fatto una posizione apripista non esistente in altre zone d’Italia, proprio al rientro della mia seconda maternità. Personalmente non è stato facile, all’inizio, considerare seriamente questa opportunità: con due bambine ancora piccole e in piena pandemia, gestire tutto è davvero complesso.
Alla fine, però, hai accettato. Come mai?
La mia voglia di mettermi alla prova, accogliendo nuove sfide, ha avuto la meglio. Un fattore determinante è stato anche il poter condividere con sincerità tutte le mie sensazioni con chi mi ha proposto questo nuovo ruolo, definendo insieme ogni dettaglio. La progettualità è stata condivisa e so di poter contare su un grande gruppo di professionisti preparati e appassionati: insomma, ho la consapevolezza di non essere sola in questa avventura, e questo fa davvero la differenza.
Se dovessi descrivere in pochissime parole di cosa ti occupi, cosa mi diresti?
Che mi occupo di agevolare e facilitare. Sono una figura di supporto che si occupa di semplificare tutti i processi della rete, in modo che si concludano positivamente e nel minor tempo possibile portando i migliori risultati di profitto.
A dire il vero, ho la sensazione che questo ruolo mi sia stato proprio cucito addosso: la mia vocazione è creare un ambiente di lavoro sereno, dove tutti si sentano a proprio agio e siano così liberi di dare il meglio. Credo fortemente nella collaborazione fra colleghi. Voglio essere circondata da persone serene e autonome, e ogni giorno mi impegno per creare un ambiente di lavoro adeguato per mantenere questa situazione. Credo che una persona indipendente abbia molte più possibilità di crescere con soddisfazione, facendo così crescere di conseguenza l’azienda in cui lavora.
Insomma, la componente umana è fondamentale.
Assolutamente sì! Il maggior business di inJob è sicuramente quello di creare utili vendendo il servizio di somministrazione e di ricerca e selezione. Ma è impossibile riuscirci senza una solida struttura umana alle spalle. Avere un continuo turn over o considerare le persone come un numero non porta da nessuna parte. Se invece si può contare su risorse umane appassionate, lo scenario cambia completamente. Progetti e idee prendono vita, collaborazione diventa la parola d’ordine, e tutti hanno la sensazione di essere parte di qualcosa di grande e solido. Solo così si può lavorare con voglia e determinazione, orientati a raggiungere obiettivi chiari e ben definiti.
Attualmente inJob ha ben 11 posizioni aperte. Cosa bolle in pentola?
Il 2020 è stato un anno particolare, che ha rallentato tutti. Erano in molti a vedere il personale come un costo. Naturalmente, inJob segue l’andamento del mercato: quando il mercato è fermo, anche noi freniamo le attività di ricerca e selezione del personale. Ora invece ci sono dei buoni segnali di ripartenza e noi abbiamo deciso di investire molto in una campagna di nuove assunzioni, sia per far fronte alle richieste di inizio 2021 sia per giocare d’anticipo sull’ulteriore ripresa attesa per questo secondo semestre. Siamo fiduciosi e pieni di energia: abbiamo ben 11 posizioni aperte, di cui 5 in Veneto.
Sei una mamma e una lavoratrice che riesce a conciliare questi due aspetti della vita. Purtroppo non ci sono moltissime storie come la tua…
Ne sono consapevole. Molte aziende non pensano che sia una buona idea investire in una donna over 30, perché non ha la stessa disponibilità di tempo che possiede in altri momenti della vita professionale. Ma è tempo di sfatare questo mito, di fare un passo avanti: è un tema che mi sta estremamente a cuore e vorrei che questo messaggio raggiungesse quante più donne possibile, ma soprattutto le aziende che devono investire su di loro.
Tutto è possibile! Cioè che serve è passione, determinazione, volontà di mettersi in gioco. E, naturalmente, un adeguato supporto aziendale e familiare. Dico sempre che una mamma soddisfatta e ripagata nel lavoro è anche una mamma serena con i propri bambini. La mia storia è un esempio di bilanciamento ben riuscito fra vita professionale e privata. Sono consapevole, però, che la mia situazione è ancora l’eccezione. Ma spero che possa ben presto diventare la regola!